La via inizia in un territorio antropizzato ci danno il benvenuto alcuni tralicci che hanno una via preferenziale sul mondo vegetale.
Raggiungere il crinale era necessario per capire dove trovare un passaggio verso il mare, dall'alto è possibile vedere lontano, ma la vetta era un orgoglio da soddisfare.
Da qui non si vede il Mar Tirreno, le marmoree Alpi Apuane ci fanno da bariera. Vederle galleggiare tra nuvole d'acqua eterea ci emoziona e ci blocca di istinto il respiro e placa per un pò il desiderio di avvistare il mare d'acqua salata.
Si continua nell'ascesa catturati da paesaggi accessibili, la neve é poca ma ghiacciata e disegna il paesaggio facendo emergere isole di paleo che domina con il suo colore giallo sembra secco ma le radici aspettano la primavera per germinare ancora nella danza del vento. Il paesaggio é sinuoso e pezzato dal giallo del paleo secco e il bianco della neve che resta.
Qui ad un tratto appaiono, isolate dalla prateria innevata, un gruppo di pietre, emerse dal suolo quasi per magia... sembra siano immobili da molto tempo, precise, importanti e ricoperte da una sottile giungla di organismi colonizzatori primari, funghi, muschi, alghe, licheni e nascondono giardini segreti!
Superato l'arcipelago di pietre antiche, seguiti da nebbie impetuose, arriviamo alla vetta.
Monte Sillano 1874 metri dal livello del mare.
La nebbia ci impediva di vedere il paesaggio le nebbie continuavano a salire impetuose. In questo punto Fabrizio decide di raccogliere un campione di terra da osservare e lavorare poi in studio.
Il terreno sotto il tappeto di paleo era completamente ghiacciato e trattengono la terra che altrimenti sarebbe trasportata dai forti venti che battono queste montagne.
Raggiunta vetta del Monte Sillano raccolte immagini, storie, emozioni e un pò di terra si riparte verso le nostre abitazioni.
pensando a come proseguire il nostro viaggio e definire la prossima tappa.